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CREEPYPASTA: La Sindrome di Lavandonia
Fabio Bertrone
Nell’articolo di oggi tratteremo del fenomeno noto come “La Sindrome di Lavandonia”, leggenda riguardante una bizzarra serie di casi clinici e morti in tutto il Giappone che sono stati ricollegati alla serie di giochi dei Pokémon, in particolare i primi due, “Rosso” e “Blu” (Verde, in Giappone).
I primi casi della “Sindrome di Lavandonia” ed altri eventi associati a ciò, risalgono a pochi mesi dall’uscita del videogioco Pokémon Rosso e Blu per GameBoy. All’epoca dell’accaduto, quindi parliamo degli anni 1996 e 1997, il videogioco della casa nipponica Nintendo era molto popolare tra i bambini di età compresa tra i 7 e i 12 anni e ciò aggiunse ancora più gravità all’accaduto.
Questi due giochi, e le due nuove aggiunte “Oro e Argento”, una serie animata, figurine e action figures hanno portato i Pokémon ad essere un franchising internazionale multimiliardario. Ad oggi i giochi Pokémon Rosso e Blu e Pokémon Oro e Argento, risultano essere nella Top 10 dei videogiochi più venduti di sempre.
Come molti già sanno, nei giochi Pokémon, il giocatore veste i panni di un Allenatore e ha il compito di viaggiare per la regione, catturare i Pokémon, ovvero queste creature, ed utilizzarle per sconfiggere gli altri Allenatori, fino a diventare Campione della Lega Pokémon. Durante il suo viaggio, il giocatore si trova a visitare un luogo un po’ insolito e fuori mano chiamato Lavandonia. Questo luogo è forse il più piccolo all’interno del gioco, esclusa la città natale dell’Allenatore, dato che è priva di servizi come Centro Pokémon o il Negozio. Descritto così potrebbe risultare un luogo insignificante, privo di senso, se non fosse per la “Torre Pokémon”, un monumentale edificio adibito a cimitero, dove si trovavano centinaia di tombe di Pokémon morti.
La teoria che circonda questo fenomeno portò a pensare che molti bambini contrassero malattie o disturbi dovuti alla presenza di questo luogo nel gioco, e che circa duecento bambini persero addirittura la vita.
Per molto tempo non si fecero mai dei collegamenti tra i disturbi e le malattie contratti dai bambini e il gioco Pokémon, ma, a partire dalla primavera/estate del 1996, alcuni casi vennero ricondotti ad una causa comune. La prima testimonianza degli effetti della “Sindrome di Lavandonia” proveniva da una relazione interna risalente a giugno del 1996 scritta dalla società Game Freak Inc. , che venne fuori grazie ad una dipendente. In essa venne fornito un elenco di nomi, date e sintomi, referti riguardanti bambini tra i 7 e i 12 anni che riscontrarono diversi problemi di salute dopo aver giocato a Pokémon Rosso o Verde.
I vari sintomi contratti dai bambini non sono tutti da associare al solo “Tono di Lavandonia” o più comunemente chiamato “Lavender Town Tone“, che è un fenomeno audio, ma anche alla “White Hand Sprite”, alla “Ghost Animation” o al “Buried Alive Model”, che sono fenomeni visivi che hanno provocato sintomi simili ma distinti.
I sintomi predominati collegati al caso erano: mal di testa e forti emicranie, sanguinamenti da occhi ed orecchie, sbalzi d’umore e irascibilità, dipendenza dal gioco, violenza anche se non provocata, isolamento e inattività e, nel 67% dei casi, tendenze suicide. Tuttavia questi sintomi colpirono soltanto i bambini tra i 7 e i 12 anni che arrivavano appunto a Lavandonia, nel gioco, e la maggior parte di loro portava cuffie o auricolari in quel momento.
A quanto pare, gli sviluppatori del gioco volevano creare un luogo che “lasciasse il segno” sul giocatore, secondo Uchitada Seki, che faceva parte appunto del team di sviluppo. Seki sostenne che, durante la fase di sviluppo del gioco, un certo numero di membri del team interessato aveva intenzione di rendere Lavandonia un po’ diversa dal resto del gioco.
A causa di questi eventi e delle successive conseguenze, la musica e il tema della città di Lavandonia cambiò nelle versioni successive dei giochi Pokémon.
E voi cosa ne pensate di questo fenomeno? Realtà o Leggenda?
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